Cultura e degrado, degrado e cultura: un binomio comunque inconciliabile.
Infatti la cultura è fonte di cultura; il degrado produce degrado: semplice.
Perché la cultura, quando coltivata e vissuta non porta mai al degrado dei luoghi e delle persone, dall’altra parte il degrado impedisce lo sviluppo della cultura in tutti i sensi, sia del rispetto dei luoghi che portano e trasmettono storia e cultura, sia delle persone che vivono gli stessi spazi e condividono la città.
Una popolazione che ha studiato, conosce e quindi apprezza la città in cui vive, avrà rispetto per tutto quanto testimonia la storia artistica, architettonica e paesaggistica dei luoghi che condivide; sa e sente intimamente di farne parte, usufruendo delle piazze, delle strade, dei giardini, dei palazzi, si sente gratificato e gode della bellezza che lo circonda. Dagli affreschi, ai capitelli, ai decori, tutto viene letto e apprezzato per quello che è e rappresenta.
La storia culturale che è dentro di noi ci porta ad essere un popolo con un senso del bello e con una capacità critica difficilmente riscontrabile perfino nei nostri più vicini cugini europei.
Tutto ciò non è più vero da troppo tempo.
Infatti, se i giovanissimi nascono e crescono nel disprezzo di ciò che li circonda, perché sporco, decadente, non curato e lasciato andare, quale modello di riguardo e di rispetto delle cose e delle persone possono mai recepire? Quale amore possono maturare per “strade latrine”, per “palazzi rifugio”, per “piazze discariche”? Cosa potrà trasmettere sul piano culturale il colore dei muri, non vissuto come il caldo pastello dei cromatismi della nostra terra, ma come una lavagna dove tutti possono scrivere di tutto? Il rosso bolognese, il giallo ocra, i grigi delle pavimentazioni in porfido, tutto perduto insieme ad una identità che si confonde col degrado di altri.
Da dove ripartire, dunque, per invertire il circolo vizioso e perverso che porta la cultura a morire sotto il peso del degrado e il degrado a sua volta a nascondere la storia culturale di una città? Un vortice senza fondo che ha rovinato la qualità della vita dei bolognesi e che non invoglia nessuno a venire in città.
Occorre ora una spinta fortissima e uno sforzo immane per riportare la cultura del bello, della convivenza civile, del senso civico, del rispetto degli altri in cima alla scala dei valori, occorre una cultura che si metta il degrado sotto i piedi.
* Intervento pubblicato in: Oltre il degrado. Il coraggio di cambiare Bologna. Editrice Compositori, Bologna, 2008