Fin dai primi anni di lavoro a stretto contatto con Giovanni Evangelisti ho sempre pensato che alla sua scomparsa una grande crisi di successione avrebbe sconvolto la Casa Editrice il Mulino.
Per le caratteristiche culturali, caratteriali e relazionali, per la sua personalità, forte e carismatica, si tratta di una figura professionale non sostituibile. Se questo era vero venti anni fa è ancora più vero oggi.
Il Mulino era LUI: accentratore, dominus in tutto e per tutto era l’anima, il corpo, la mente dell’ editrice, dell’Associazione, della Rivista il Mulino.
Molte figure professionali cresciute all’interno della casa editrice devono a lui tutto quello che sanno, io stessa gli sarò per sempre debitrice di una professionalità rara e speciale che lui ha saputo infondere con l’esempio e con un lavoro instancabile. Molti collaboratori stretti se ne sono andati, mantenere un rapporto con lui non era facile , ma come si può non riconoscere in lui un maestro raro e speciale?. Chi ce l’ha fatta ed è riuscito a crescere a sufficienza ha poi potuto camminare con le proprie gambe in qualunque luogo dell’editoria e della cultura. Molti se ne sono andati, ma tutti gli devono qualcosa .Una lettura dall’interno del suo lavoro per raccontare l’uomo, una figura di cui a Bologna si sentirà la mancanza. Sua l’idea della “Lettura” annuale che la sottoscritta fece nascere, sue le idee di tante collane, sua la struttura scientifica dei consulenti editoriali organizzati per settore, sua la volontà di sviluppare la pubblicazione di periodici fino ad arrivare a decine di testate nei diversi ambiti disciplinari, sua la guida ad ogni scelta e percorso, sua infine la cordata di imprenditori che salvò i bilanci.
La Casa editrice il Mulino dovrà ora dimostrare una grande capacità di rinnovamento e di creatività per trovare una nuova strada e una struttura in grado di mantenere l’impostazione e il lavoro che l’hanno caratterizzata fino ad oggi.
Il modello bolognese, inteso come laboratorio di pensiero e di elaborazione politica già in crisi, perde ora un altro riferimento fondamentale sul piano culturale.