Con grande sollievo di tutti noi cittadini bolognesi da domani le antiche porte di accesso alla città torneranno visibili. Diciotto mesi sono davvero lunghi, anzi sono troppi, anche per un lavoro encomiabile come il restauro conservativo contemporaneo di tutte quante.
Ma la nostra lunga attesa è stata addolcita dal mantenimento immacolato delle pareti di copertura, almeno non abbiamo dovuto subire un’ ulteriore offesa per il nostro sguardo. Un fatto davvero sorprendente. In una città dove persino i cartelli stradali più nascosti e minuti sono stati resi illeggibili, è incredibile che per diciotto mesi non si sia visto un solo graffito su nessuna delle coperture. Come è stato possibile? Nessuno se lo è chiesto?
La risposta è in un discreto ed efficiente servizio di vigilanza che ha impedito a chiunque di avvicinarsi per imbrattare le tele e i cartoni. Nessuno se ne è accorto, eppure c’era. Chi ha promosso il restauro non ha potuto rischiare che il suo investimento fosse vanificato nella forza della sua comunicazione per colpa di pochi maleducati e quindi ha provveduto controllando il territorio giorno e notte.
Noi bolognesi, invece, che abbiamo un patrimonio architettonico ben più antico e prezioso degli involucri di copertura delle porte, unico al mondo e irripetibile, lo lasciamo deturpare, degradare e avvilire, perché riteniamo “non democratico” attuare un servizio di vigilanza in città.
Le cose più banali e semplici sono diventate indimostrabili per l’ottusità delle parti sociali che giocano in casa nostra e quindi nessuna azione a salvaguardia del bene comune può essere avviata.
Quanto ancora dovremo aspettare perché l’amministrazione si attivi a difendere il diritto di tutti noi di vivere con piacere e non con disgusto la città? I fatti dimostrano che è solo questione di buona volontà e di capacità, le soluzioni ci sono, sono facili e non invadenti; ci auguriamo che l’esempio dato non resti isolato.