Perfino un osservatore come Jaques Attalì ha rilevato che l’emergenza numero uno del nostro Paese è la denatalità e la mancanza di una strategia politica e sociale che punti a invertire il trend negativo delle nascite.
La città di Bologna, in particolare, è da anni al primo posto in Italia per il basso tasso di natalità, lievemente modificato di recente per il contributo dato alle nascite dalle famiglie di immigrati.
La ragione principale di tale situazione nasce dal conflitto che devono affrontare le giovani donne, un conflitto che le porta a dover scegliere tra la maternità e il lavoro.
Infatti l’organizzazione della società italiana è assolutamente carente da questo punto di vista e la scelta si risolve molto spesso a sfavore della maternità.
Al contrario, i paesi europei più evoluti, che hanno tassi di natalità significativamente più elevati del nostro, hanno anche una percentuale molto più alta di donne lavoratrici anche con responsabilità direttive.
E’ del tutto evidente che i dati sono strettamente correlati e che la falla demografica sta nel sistema sociale e scolastico che nel nostro paese penalizza la donna in maniera non più da essa accettabile, tanto da indurla a rinunciare alla maternità.
E’ del tutto evidente anche che una società che invecchia al ritmo di Bologna è destinata a soccombere, quindi è necessario incidere in maniera significativa per invertire questo andamento fallimentare sotto il profilo della composizione demografica con azioni dirette ad alleviare il carico organizzativo e gestionale della famiglia, carico che ancora oggi grava in larghissima parte sulle donne.
Gli interventi possibili sono molteplici e basta prendere a modello le citate realtà dei nostri vicini europei, ad esempio: istituire scuola bus in tutta la città, modificare gli orari scolastici dal nido fino a tutta la scuola elementare, offrire didattiche che esauriscano la formazione senza che la famiglia debba supplire in proprio. Queste e molte altre le azioni che la prossima amministrazione deve mettere in campo se vorrà ridare linfa vitale alla sua cittadinanza.
Se non capirà l’importanza di modificare l’assetto sociale avrà perso un appuntamento fondamentale con la sua storia.