La politica nella sua forma più alta, come la intendevano gli ateniesi, la politica come partecipazione alla vita della polis, come passione e non come professione, questa l’esperienza di molti candidati al Consiglio che si sono presentati per la prima volta agli elettori nelle elezioni comunali appena concluse.
Per chi ha interpretato questa esperienza come un impegno e un contributo di conoscenza, di approfondimento e di proposta per migliorare e rinnovare la vita della nostra città, è stata una occasione di grande arricchimento personale, sia da un punto di vista sociale, che politico e relazionale.
Moltissimi candidati hanno potuto girare e conoscere con attenzione vaste zone della città che non avevano avuto occasione di frequentare in precedenza; hanno parlato e toccato con mano molti problemi di persone che prima non sapevano nemmeno esistessero; è stato possibile comprendere come molte sofferenze per inefficienza dei servizi, dispendio inutile di denaro pubblico e privato sono frutto solo di cattiva gestione della cosa comune, di indifferenza e a volte di ignoranza.
E’ stato possibile realizzare come negli ultimi decenni la politica si sia davvero allontanata dai cittadini, come il dialogo sia al contrario fittizio e fasullo: i veri problemi dei bolognesi, di coloro che lavorano senza risparmiarsi, non solo non sono tenuti presenti, ma nemmeno conosciuti nella maggior parte dei casi.
Fare politica è diventato solo un chiacchiericcio forbito e inconcludente che riempie la bocca di persone che non si sono mai domandate come la pensi la gente comune, perché pensano di essere migliori, più bravi, più tolleranti.
Invece la vera ricchezza di una società consiste nella partecipazione e nella condivisione di un progetto comune di futuro e di città, un progetto vero che si materializza giorno per giorno interpretando con sapienza la forza propositiva dei suoi componenti.
Tutto questo è molto chiaro ed evidente per chi ha avuto la voglia di vedere durante l’ultima campagna elettorale, per chi ha avuto un atteggiamento mentale scevro da interessi di partito, da difese di posizione, da capitalizzazione di consenso autoreferente e di area, perché per realizzare qualche cosa di grande, di duraturo e di lungimirante occorre porsi al di sopra di tutto ciò, occorre ritornare alla capacità di pensare ai nostri nipoti.