Due comportamenti tra loro contrastanti e al tempo stesso nuovi hanno interessato quella parte di elettorato, la vecchia maggioranza silenziosa, in questa tornata elettorale per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale. Una parte di città che mai aveva preso parte al confronto e mai si era interessata della cosa pubblica ha svolto invece un ruolo attivo e partecipe: la volontà di manifestare il proprio pensiero e la propria appartenenza è un sentire decisamente inedito per buona parte della città, che, al contrario e fino ad ora, ha faticato a manifestare le proprie scelte. D’altro canto, invece, il forte astensionismo, anch’esso un inedito assoluto, denota stanchezza e delusione in un’altra parte di elettori.
La novità positiva è stata la riapertura di un dialogo, il quale ha rivelato da un lato la voglia della maggior parte delle persone di parlare, confrontarsi sui mille problemi comuni e specifici della città, dall’altro la loro disponibilità ad investire il proprio tempo libero in un impegno civico mai prima sperimentato. Incontri organizzati nelle case o nei quartieri hanno messo in evidenza una forza emotiva e una tensione partecipativa che ha corroborato e supportato l’azione di tante persone, anch’esse nuove all’impegno politico, che hanno tratto linfa e vigore dall’interesse dei cittadini.
Sta cambiando la visione collettiva della vita cittadina?
Probabilmente qualcosa è già cambiato ed è la consapevolezza che si è definitivamente concluso un ciclo storico. L’elezione diretta del Sindaco e la scelta dei suoi consiglieri attraverso le preferenze sono già uno strumento importante per incidere sul governo della città, ma non è considerato sufficiente da molti cittadini che richiedono di portare avanti il lavoro avviato anche ora che i giochi sono fatti, chiedono di non più delegare, ma di continuare ad esserci, di essere ascoltati, di condividere le decisioni sia attraverso i molti Comitati, che attraverso Associazioni, gruppi e movimenti.
Agli eletti, ma anche ai candidati che non sono entrati in consiglio, dunque, rimane un compito fondamentale e gravoso: lavorare e collaborare a progetti, mantenere vivo l’interesse nei confronti dei problemi della gente, mantenere intatto il filo che si è allacciato e non disperdere quella corrente di fiducia, alleanza e complicità che fa sentire ai cittadini che non ci si ricorda di loro solo ogni cinque anni per ottenerne il voto.