Ora che abbiamo cominciato a togliere dobbiamo andare avanti e proseguire per questa strada. Le scritte dalle pareti dei palazzi sono solo la prima delle tante cose da togliere dalla nostra città. Come diceva Coco Chanel, che di bellezza e stile se ne intendeva, è meglio togliere che aggiungere, a eliminare non si sbaglia mai. Ciò che si dice è talmente ovvio che sorprende ci sia bisogno di dirlo, basta andare in altre città, come Bergamo, Torino, Trieste, e tante altre dove il rispetto per la storia e i luoghi è tuttora vivo e intatto e ci rendiamo conto di quanto abbiamo deturpato e stravolto il volto di questa città.
Così è per la nostra città. La purezza e la bellezza delle linee architettoniche del centro storico di Bologna devono essere liberate dalle sovrastrutture che le occultano, le sfregiano, le sfigurano, deformandone i contorni e falsandone la prospettiva. L’essenzialità e la pulizia dell’architettura medievale, così come anche le rotondità e i decori del rinascimento, devono essere restituiti all’occhio nella loro stupefacente integrità. La sfilata dei Palazzi lungo alcune strade deve riacquistare il rigore con cui era stata pensata. Se eliminiamo dai negozi, dai bar e da ogni tipo di esercizio commerciale, le insegne al neon, le luci colorate, le vetrine applicate e aggiunte all’esterno, cartelloni e quant’altro possa essere invece riproposto in forma sobria e coerente con il contesto storico-architettonico del centro, allora scopriremo il sapore e lo stile di una città meravigliosa che è stata preda dal dopoguerra ad oggi di un ansioso e terrificante aggiungere.
Sarebbe facile e indolore semplicemente dare un ordine all’arredo della città da far seguire a chi apre un nuovo esercizio, con linee guida ben precise, disegnate da architetti colti e capaci. Nel giro di alcuni anni troveremmo una città integra e restituita al mondo dell’arte.
E’ necessario togliere le bottiglie dalle strade, le cartacce , gli escrementi animali ed umani, le affissioni abusive dai portici, i cassonetti oramai obsoleti, gli arredi inutili e danneggiati, le bici rotte, i resti di bivacchi, la lista sarebbe ancora lunga.
Ognuno di noi può cominciare, come per i graffiti, a togliere quel poco che gli compete, col piccolo sforzo di tutti si ottiene tantissimo, si può invertire la grande onda che ci ha travolti e tornare in superficie a respirare.