In molti si aspettavano sviluppi nelle incertezze della politica per le prime settimane di settembre, che si annunciavano da mesi dense di eventi, ma gli accadimenti hanno superato largamente le previsioni. Così Bologna è ancora una volta sotto i riflettori e allora è opportuna una riflessione sul ruolo che possono giocare le donne in questa partita ancora del tutto aperta e da giocare.
Bologna è da sempre città di donne coraggiose, contro corrente, anticipatrici di cambiamenti sociali importanti. Gli esempi non mancano, da Laura Bassi, insigne scienziata della metà settecento, a Elisabetta Sirani, pittrice eccellente e prolifica del seicento; entrambe pioniere, da donne, in un mondo al maschile. Eppure il loro impegno e il loro lavoro è servito da esempio e da apripista a tante piccole rivoluzioni epocali delle quali ora possiamo usufruire.
Da allora molto è cambiato, ma ancora oggi per ricordarci l’importanza che il contributo femminile può dare in tanti settori della società dobbiamo rifarci a modelli, perché ancora è diffusa l’abitudine a sottostimare le potenzialità delle donne e a temerle.
In Italia uno dei mondi ancora coniugati al maschile, è quello della politica. L percentuale di donne con cariche politiche è talmente bassa da farci arrossire di vergogna al confronto non tanto con l’Europa, ma anche con paesi del terzo mondo. Tali percentuali (uno per tutti: 2% di elette nei Consigli comunali) si abbassano ulteriormente mano a mano che saliamo nei posti di comando.
Uno spreco di risorse che il paese e la nostra città non si possono più permettere. Il ruolo che sta svolgendo la nostra Commissaria Cancellieri, di pura gestione dell’ordinario, dimostra come una sola donna al comando, pur non conoscendo a fondo la città, possa con decisione, coraggio e buon senso, avviare la cura di una città malata di trascuratezza e abbandono, con l’attenzione, la dedizione e l’accoglienza che appartengono al femminile. La forza e la concretezza della donna sono imbattibili quando è lei che si fa responsabile di un debole, e Bologna oggi è debolissima. Allo stesso modo e con la stessa tenacia abbiamo visto il Ministro Carfagna combattere contro la violenza sulle donne per aiutarle a difendersi, perché esse rappresentano la parte della società che subisce da sempre senza tutele.
Allora ecco che una riflessione sulla necessità di sfruttare questo sentire e questo agire della donna per salvare la città e le sue debolezze ci apre una via maestra che è delittuoso non seguire.
La risposta al cambiamento tanto atteso è sotto gli occhi di tutti, è l’uovo di Colombo: molte donne nei posti chiave a rimboccarsi le maniche.