Le donne, a noi interessano soprattutto le bolognesi, non devono più essere messe nella condizione di scegliere tra lavoro e famiglia, tra figli e carriera. Una città che guarda al proprio benessere e al proprio futuro deve creare le condizioni perché sia possibile conciliare le due cose. Così facendo non avremo fatto un piacere alle donne, ma alla città tutta.
Nessun paese e nessuna città può permettersi di fare a meno delle competenze e dei talenti femminili. Le giovani donne sono più brave all’Università, si laureano prima e meglio, con minori percentuali di abbandono; la pragmaticità e la creatività femminili, coniugate con la prudenza e la vocazione ancestrale all’accoglienza e alla disponibilità verso gli altri sono doti che si sono dimostrate vincenti anche per i fatturati delle grandi aziende multinazionali.
La soglia minima del 40% di ogni sesso nei cda, che è stata introdotta per legge pochi anni fa in Scandinavia ha portato risultati inaspettati. Aumento della produttività e del fatturato assieme alla diminuzione della conflittualità hanno convinto ad allargare alle donne anche settori non contemplati dalla legge.
Invece la politica bolognese di ogni parte e partito, senza escludere le new entry di altre liste, è in letargo e non si accorge che l’unico elemento che potrebbe realmente cambiare il volto della politica e della città è il fattore D, come lo ha chiamato l’economista Ferrera nel suo saggio uscito mesi fa e che oramai fa testo. Ai nostri uomini locali, (ma nessuno è escluso) fanno difetto la fantasia e il coraggio, la modestia e la ricerca e crescono l’avidità di potere e di denaro.
Un vera svolta nella vita della città sarebbe la scelta di puntare sulle donne, ce ne sono tante a Bologna che hanno merito e talento da mettere a disposizione! Basta saperle cercare e coinvolgere, metterle al posto giusto, nella Governance della città, nei cda, nella gestione, ai vertici in ogni settore. Invece in ogni situazione si vedono solo i soliti o meno soliti, solo qualche nome femminile come foglia di fico. Invece la forza propulsiva, l’ondata d’urto è sempre delle donne che potrebbero davvero risolvere il conflitto tra maternità e lavoro con politiche adeguate.
E’ ora e tempo che le bolognesi se ne rendano conto e cambino le regole del gioco, non possiamo davvero dire che i signori uomini abbiano fatto una gran figura da venti anni a questa parte.
Qualcosa sta cambiando, chi prima se ne accorgerà avrà vinto.