Tante città italiane hanno avviato progetti culturali importanti, basti pensare a Mantova e al suo Festival della letteratura. Lungo l’arco dell’anno oramai sono più di trenta le manifestazioni a carattere culturale nel Paese dai contenuti diversi. Ogni città si impegna per indirizzare la propria ricerca culturale nei settori che più si confanno con la storia di ognuna e che trovano fondamento nelle proprie tradizioni e nella propria storia. La risposta del pubblico è a dir poco travolgente e rivela un profondo e intimo bisogno di ritrovare le proprie radici culturali e di conoscere e riconoscere se stesso, attraverso l’ascolto, più lieve e facile di una lettura impegnativa.
Bologna non ha ancora individuato la propria strada per farsi riconoscere, per rinnovare e dare smalto ad un’immagine appannata e polverosa dovuta ad anni di svogliatezza, infatti pur vantando punti di eccellenza e iniziative di grande livello sia culturale che fieristico, non ha saputo realizzare né ipotizzare un vero progetto culturale. La cineteca, conosciuta e apprezzata a livello internazionale, la Fiera del libro per ragazzi, Artefiera, mostre d’arte antica proposte occasionalmente, grandi eventi concertistici, laboratori di ricerca in diversi settori teatrali ed altro ancora, sono tutti episodi, non fanno parte di un vero progetto culturale.
A causa della mancanza di un filo conduttore il risultato complessivo della pur ricca attività sia di intrattenimento che culturale presente a Bologna non lascia traccia, non incide e non crea alcun circuito virtuoso, poichè manca la spinta innovativa e creativa in grado di essere competitiva in campo nazionale ed internazionale.
Troppo spesso coloro che dovrebbero e potrebbero essere protagonisti si perdono e disperdono in sterili dichiarazioni di principio e teorizzazioni su cosa si dovrebbe o non dovrebbe fare.
Eppure la nostra città ha le carte in regola per diventare un vero laboratorio di rinnovamento culturale, un modello da proporre a un pubblico vasto non solo locale; potrebbe realizzare un insieme coordinato e continuo di iniziative coerenti con un unico progetto, come si è detto, un progetto importante e in grado di lanciare un messaggio forte e nuovo che possa aggregare le tante risorse, sia istituzionali che private, della cultura cittadina.
Tutto questo danneggia profondamente la città che non riesce a beneficiare della ricchezza indotta dalla cultura, infatti è dimostrato da studi e ricerche sul territorio che ogni investimento in attività culturali produce un indotto assai significativo muovendo flussi turistici. Un esempio eclatante, anche se difficilmente ripetibile è dato dal citato Festival della Letteratura di Mantova che, secondo una ricerca condotta dall’Irer per la Regione Lombardia, nel 2006 a fronte di un investimento pari a un milione e quattrocentomila euro ha avuto un impatto economico complessivo di quasi 15 milioni di euro.
Bologna ha perso molto tempo, ma ha bisogno adesso di riprendere le fila della propria storia e può ora, subito avviare un serio approfondimento sulle proprie concrete possibilità creative per tornare ad essere protagonista e non ancella della cultura del paese.