Pensare ad un progetto culturale per Bologna, un progetto serio, importante e unitario, significa pensare a come rifondare la città. Rifondare nel senso di fondare di nuovo, ricostruire: la coscienza, il tessuto urbano, lo spirito della gente.
Per fare questo è necessario partire dal basso, dalle fondamenta della società civile per azzerare la confusione di ruoli, di obiettivi, di poteri e la perdita di significato dell’agire comune, sempre più schizofrenico. Un progetto di ricostruzione culturale deve rivolgersi, pertanto e innanzitutto ai più piccoli, a coloro che possono essere attori di quella ripresa di identità, di compattezza e di orgoglio dell’appartenenza che a Bologna si sono sfilacciate nella promiscua compagine sociale. Dai più piccoli, per poi avanzare con gradini successivi, verso tutte le età della formazione della personalità.
Un laboratorio stabile che affianchi e integri la formazione scolastica, senza pretendere di sostituirla, deve avere caratteristiche ludiche e di intrattenimento, con tagli disciplinari legati alle radici culturali che affondano nella storia della città, ma con risvolti più ampi e collegamenti con la cultura nazionale che evidenzino e rafforzino il carattere internazionale del contributo bolognese alla costruzione della società contemporanea.
Le recenti conseguenze della trascuratezza nei confronti di Guglielmo Marconi sono una conferma della non attenzione del territorio alla valorizzazione delle proprie eccellenze. È da questi elementi, come la scienza, dove la città ha titolo e tradizione, che bisogna partire per creare l’attività di educazione e diffusione culturale a cui si faceva riferimento.
È evidente che rivolgendosi ai più piccoli e ai giovani verranno inclusi nel forte impatto di promozione culturale anche i genitori e quindi un’amplificazione naturale del messaggio che in questo modo raggiunge tutti i cittadini.
Un ulteriore argomento a favore è la forte valenza di aggregazione e di identificazione che possiede la cultura, consentendo di ottenere nel giro di una generazione quella integrazione sociale che tutti vogliamo, ma per la quale ben poco si è fatto.