Così Bologna è cambiata profondamente.
È cambiata in molti anni, e quello che più colpisce è la grande trasformazione del profilo culturale della città.
Nei decenni grandi e illustri personaggi, capaci di immaginare un diverso modello di stato e di società, hanno conferito personalità alla città e inciso nello studio e nell’approfondimento dei temi che costituiscono il fondamento e la crescita del paese. Sono stati anni caratterizzati da una enorme vivacità intellettuale che ha portato Bologna ad essere sempre al centro del dibattito culturale, scientifico e politico, una sorta di laboratorio permanente che trovava nella Università e nelle istituzioni private che ne sono derivate le proprie risorse intellettuali.
La sperimentazione in ogni ambito ha permesso a Bologna di collocarsi ai primi posti anche nel campo della produzione industriale, con una classe imprenditoriale audace e innovativa che ha visto la creazione e lo sviluppo di importanti realtà a livello internazionale.
Alcuni protagonisti non erano bolognesi, ma qui erano venuti chiamati dall’Università ad insegnare, una Università dove c’erano le condizioni per eccellere nella ricerca e nello studio, lontano dalle logiche di appartenenza e di mero potere. Tanti studiosi hanno trovato a Bologna un luogo dove valorizzare il loro lavoro e dove confrontarsi con altri di pari livello in diversi campi del sapere.
Purtroppo il tempo ha fatto il suo lavoro e molte, troppe teste eccellenti sono scomparse, ognuna di loro ha lasciato un vuoto culturale; perdite che hanno tolto alla città il suo smalto propositivo.
Invertire l’attuale cammino di chiusura culturale e politica non è facile e richiede interventi su molti piani diversi, ma la condizione necessaria, anche se non sufficiente, è che sia di nuovo dall’Università e nell’Università che si metta in moto una rinascita del pensiero e del lavoro intellettuale.
È necessario riportare in primo piano la sperimentazione e il merito, il dialogo interdisciplinare e la collaborazione internazionale, oltre a riavviare un nuovo e proficuo rapporto tra le istituzioni della città. Una convergenza di obiettivi e di metodo che possa amplificare lo sforzo di ognuno e moltiplicarne gli effetti.
Una responsabilità grossa e una sfida ardua, bella da vincere.