Dal discorso di fine anno del Capo dello Stato anche Bologna può trarre utili e validi spunti di riflessione.
Con la profonda crisi economica e globale che abbiamo di fronte è indispensabile e giusto modificare i modelli di vita imperanti finora e ristabilire l’importanza dei valori reali di cui è ancora portatrice la nostra società, anche se non ne è più consapevole appieno.
Come è stato acutamente scritto più di un decennio fa dal Cardinale Biffi, Bologna era l’emblema di uno stile di vita effimero e vano, città “sazia e disperata”la definì, sazia del suo benessere e della sua opulenza, non ha saputo pensare al futuro, al contrario si è adagiata in un caldo, comodo inganno, illudendosi che il proprio stile di vita fosse immutabile.
Ebbene, accogliamo l’invito del Presidente e “uniamoci”, interrompiamo personalismi dannosi e accogliamo, valorizzandole, le idee creative e la fantasia di cui la città è ricca ancora oggi e, grazie alla necessità di stringere la cinghia, cerchiamo di individuare davvero le migliori risorse per modificarla con coraggio.
Questa città aveva un suo modello operoso e creativo che le ha portato il benessere di cui si diceva, ma una volta abbandonato quello non ha saputo trovarne altri e si è persa nei suoi folli tentativi di non perdere le posizioni acquisite. Presunzione, ignoranza, supponenza sono state cattive compagne dei bolognesi. La nuova sfida posta dalla situazione economica e sociale impone uno sforzo di coesione e concertazione tra tutti i protagonisti della vita politica, economica e culturale per ritrovare nel bene comune il valore più alto e vero.
Ma siamo capaci e abbastanza coraggiosi per imparare dai tanti errori fatti e voltare pagina? Forse. Probabilmente si, se sapremo ancora credere in noi stessi con orgoglio e amor proprio, se vorremo rimboccarci le maniche, tutti quanti, ognuno nel suo piccolo o grande mondo, abbandonando il piagnisteo e dandosi da fare.
Il nuovo modello per ricostruire la città, devastata dalla barbarie dei valori che la governano, è quello della concertazione e della condivisione delle responsabilità, della collaborazione tra tutte le forze che hanno qualche cosa da dare alla società, della ritrovata coesione sociale.