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Anche in Italia è tornata la passione per i giardini, per il giardinaggio e per l’arredo e l’architettura di esterni. In moltissimi luoghi, città e cittadine sono fiorite, è proprio il caso di dirlo, manifestazioni, fiere, esposizioni legate a questo vasto e ricco mondo. La quantità di neofiti e di storici amatori del genere affollano ogni evento. Perfino in questo anno difficile di crisi economica le presenze e gli acquisti non hanno subito flessioni, ma anzi prosperano. Molte persone trovano proprio nella cura del proprio spazio verde una valida opportunità di evasione e un’alternativa a svaghi più costosi.
La crescita culturale, economica e sociale di una comunità è testimoniata anche dalla cura delle piante, dall’interesse per il paesaggio e dall’attenzione che vi pone l’amministrazione. Per l’Italia si tratta anche di un ritorno al suo glorioso passato quando i giardinieri italiani insegnavano al resto d’Europa l’arte del giardino formale.
Eppure Bologna è da decenni sciatta e trascurata nell’arredo urbano degli spazi verdi. Basta arrivare dall’aeroporto o dalla tangenziale e prendere una delle direttrici che portano in centro per rendersene conto: ciò che accoglie il viaggiatore sono le rotonde, gli spiazzi e le bordure regno incontrastato di erbacce e spesso anche di rifiuti. Salvo qualche rara eccezione ciò che prevale è l’abbandono e la trascuratezza. Negli ultimi anni qualche zona è stata sistemata e arredata con alberi e cespugli, così qualche aiuola e qualche rotonda, ma in maniera del tutto casuale e senza un unico progetto che abbia la capacità di affascinare e di compiacere il passante.
La fiera del giardinaggio che da tre anni si tiene ai giardini Margherita nel mese di maggio gode di un grande favore presso un pubblico appassionato e in continua crescita, il che significa che i bolognesi sono sensibili e tutt’altro che indifferenti a questo elemento importante che incide sulla qualità della loro vita. Da questa occasione si potrebbe dunque partire per promuovere un concorso di idee tra progettisti di spazi aperti e presentare un progetto di restyling ambientale complessivo col quale dare una nuova cornice alla città. Anche questo contribuirebbe a ridurre quell’aspetto da paese del terzo mondo che oramai ha preso Bologna e che deve essere combattuto su tutti i fronti possibili.