La Basilica di S. Stefano ha bisogno dei bolognesi e del loro amore. L’appello lanciato da Il Resto del Carlino, come sempre, ha il merito di toccare le corde giuste e i cittadini risponderanno, con generosità. Io ci sono. Voglio dare il mio contributo per salvare uno dei gioielli della città, simbolo e memoria di una Bologna grande e generosa. Nei secoli passati molti interventi hanno visto i cittadini protagonisti, dalla costruzione di S. Petronio alla distruzione della fortezza di Galliera e d è quindi coerente e giusto che anche oggi intervengano in favore della loro città. C’è un gusto amaro, però oggi, il gusto che rimane dopo un boccone indigesto. Come digerire, infatti, le condizioni in cui versa la nostra città? Una sofferenza alla quale non ci si abitua ogni volta che si cammina per il centro storico, un’offesa alla dignità e all’orgoglio del nostro passato. Tale offesa è molto viva e pungente proprio in piazza S. Stefano dove anni fa giocavano i nostri figli e dove ora si bivacca.
Ma tali sentimenti valgono solo per chi ha vissuto nel bello, nel pulito, nell’ordinato e nel civile, i nostri giovani invece, coloro che dieci anni fa sono nati , come possono distinguere, senza dubbio pensano che sia normale buttare per terra di tutto, urinare, scrivere sui monumenti e così via.
Il senso della bellezza che abbiamo noi italiani è più raffinato e pregnante di quello degli altri popoli proprio in virtù del fatto che siamo nati e cresciuti in un paese che è un museo a cielo aperto in ogni sua parte, città, paese, collina. Il senso estetico è una qualità speciale che si arricchisce di generazione in generazione, non a caso lo stile italiano è invidiato in tutto il mondo. Ma quanti e quali bolognesi potranno rispondere agli appelli per salvare i loro monumenti fra dieci anni? Quella sensibilità a cui oggi si fa riferimento potrà esserci ancora? Io non lo credo, credo invece che il senso di estraniazione che trasmette una città poco accogliente, decadente e degradata porti a non sentirsi una parte di essa, non porti ad amarla, ma ad usarla e basta.
Questo appello dunque dovrebbe servire non solo a salvare la nostra Basilica, ma a ricordare a tutti, soprattutto a chi ne ha la responsabilità, quale enorme valore stiamo sprecando e rovinando, il valore di generazioni future che crescono senza essere educati alla bellezza e all’amore per l’arte e l’architettura. Siamo quasi al capolinea, tra poco non sarà più possibile tornare indietro, educhiamo dunque i nostri ragazzi col buon esempio.