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Nel linguaggio quotidiano si usa ancora definire linee, idee e comportamenti come di destra e di sinistra; queste due parole sono utilizzate abitualmente da persone che attribuiscono alle stesse significati oramai svuotati di ogni oggettività, creando così fraintendimenti e malintesi tra le parti e contribuendo ad aumentare la confusione che oramai regna sovrana nel linguaggio politico. (in ambito politico?)
Da più di una diecina di anni la letteratura scientifica ha dibattuto il tema del superamento dei contenuti storici e quindi della valenza di destra e sinistra, seppure con ottiche e argomentazioni diverse: tradizione e progresso, riformismo e conservazione, stato e mercato, uguaglianza sociale e ingiustizia, appartengono indifferentemente all’una o all’altra dimensione, segno della indeterminatezza della politica moderna e della confusione dei riferimenti.
Le idee, gli ideali, gli elementi caratterizzanti le due categorie sono in parte superati dal cambiamento del mondo intervenuto e in parte riconoscibili trasversalmente nei diversi schieramenti.
Così come altrove anche a Bologna il perpetuarsi di stereotipi culturali superati danneggia e impedisce il ricambio e il cambiamento delle posizioni. Sarebbe ora e tempo che si dismettesse l’abito di destra e di sinistra che ingessa l’autonomia intellettuale e la libertà di scelta, per indossare quello, più coerente con la realtà politica contemporanea, della propria identità sociale e culturale, libera da schemi precostituiti.
La presunta moralità e il cosiddetto buongoverno della sinistra a Bologna ha fatto da tempo la sua stagione, dimostrando come la stabilità e la certezza del potere non siano valori positivi assoluti, ma sono solo legati alle persone. Grazie inoltre all’alternanza e alla conseguente incertezza e instabilità degli amministratori si può ritrovare in essi un autocontrollo dei comportamenti e una autocensura salutare.
Sia la “destra” che la “sinistra”, cioè tutti gli schieramenti hanno dimostrato di essere deboli e vulnerabili di fronte al mantenimento della propria posizione dominante e di essere dunque disposti a tutto di fronte al perpetuarsi del loro potere assieme alla società civile economicamente coinvolta nel vantaggio di non mutare scenario.
Col superamento dei propri rigidi apparentamenti i cittadini bolognesi possono dunque rompere un circolo vizioso che ingessa e affonda la città senza rimedio e meritarsi così una autentica nuova stagione di serietà, rigore e buona amministrazione.