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La frustrazione dei bolognesi per aver perso il proprio Sindaco e i modi e le ragioni di tale perdita sono ferite aperte cui solo il tempo potrà porre rimedio. Una sola consolazione ci rimaneva, la convinzione che di necessità si potesse far virtù e cioè che la presenza di un commissario super partes, competente e fattivo potesse sedare gli animi, portare tutte le parti in gioco in città a fare una sana analisi delle proprie responsabilità e delle proprie manchevolezze, anche e soprattutto per avviare una nuova stagione più matura, consapevole e responsabile.
E invece no. Non paghi di avere negato per anni alla città un clima sereno e proficuo per la progettualità che serve a farla sopravvivere, i protagonisti della politica cittadina, di ogni parte e appartenenza, continuano a scagliarsi gli uni contro gli altri, tutti contro il commissario, alcuni contro il Governo, altri contro i propri colleghi, in una polemica sterile e senza fine. Le rivalità più acute si trovano all’interno della stessa coalizione e dello stesso partito, tutto sembra accettabile fuorché il prevalere del rappresentante di una corrente diversa. Una rissa continua, ma senza vincitori e vinti.
Il sentimento comune che sta emergendo infatti in città è il disagio, la delusione, il senso di sconfitta e talora il disgusto e la disaffezione per ogni forma di partecipazione. Così sta serpeggiando una pericolosa, ma tuttavia comprensibile, volontà di astensione dal voto.
Lungi dal comprendere e dal sopportare ancora il comportamento degli stessi partiti al loro interno i cittadini bolognesi, come e più dei cittadini italiani, vorrebbero gettare i loro politici alle ortiche. Rassegnati dapprima, i bolognesi stanno ora apprezzando l’operatività del Commissario e la sua estraneità alle fazioni.
Ciò che sorprende, invece, è la distanza dei singoli attori dal sentire della gente, infatti il livello di litigiosità è talmente alto e diffuso da non consentire altro che una stagnazione paludosa. Cosi il patrimonio di competenze, di cultura, di storia, di tradizioni, di ricchezza materiale e civile viene sprecato, disperso, per lasciare tutta la città con un pugno di mosche, proprio come una grande famiglia portata dagli eventi a spartirsi un ingente patrimonio, per la voglia di arraffare, sopraffare e danneggiare il fratello o la cugina, per prendere di più, per paura di rimetterci a favore degli altri, finisce per deprezzare e svendere quanto ci si era trovati in eredità.